L’alimentazione è uno dei temi intorno al quale fiorisce il maggior numero di fake news: notizie infondate create ad arte e presentate come verità assolute che, senza alcuna evidenza scientifica, portano alla glorificazione di alcuni alimenti come panacea per ogni male o, all’opposto, alla demonizzazione di altri.
Per fare chiarezza su uno di questi alimenti, il gelato confezionato, IGI – Istituto del Gelato Italiano ha realizzato il dossier “Nutrizione & Gelato”, opera che rende disponibili in forma agile e rigorosa le informazioni che occorrono per valutare compiutamente il gelato confezionato prodotto e commercializzato in Italia. Redatto da un pool di medici ed esperti in nutrizione tra i più quotati del panorama italiano, “Nutrizione & Gelato” esamina, infatti, le tematiche riguardanti ciclo produttivo, composizione e proprietà nutrizionali, sicurezza alimentare e benefici del consumo di gelato a tutte le età. In particolare, Martina Donegani, Biologa nutrizionista, web contributor e consulente alimentare, e Yari Rossi, Dottore in scienze della nutrizione umana, spiegano come riconoscere le fake news che colpiscono questo settore.
Il gelato industriale è pieno di conservanti? FALSO!
La fake news più diffusa sui gelati confezionati riguarda l’idea che siano pieni di additivi e conservanti. Nulla di più lontano dalla verità: nei gelati, infatti, i conservanti non vengono aggiunti perché non servono. Il freddo è di per sé il miglior conservante e, proprio per questo, la catena del freddo garantisce da sola la perfetta conservazione del gelato nel tempo. Nei gelati confezionati si impiegano additivi utili a garantire la stabilità del prodotto nel tempo, la migliore qualità organolettica e anche a mantenere il massimo del valore nutritivo. Sono sostanze di origine naturale – o comunque ritrovabili anche in natura – autorizzate dalla normativa vigente perché sicure e impiegate nella quantità minima necessaria per ottenere l’effetto richiesto.
È sicuro da un punto di vista igienico? Sì!
Consapevoli di quanto sia delicato il gelato, le aziende industriali attuano in fase di produzione tutti gli accorgimenti relativi all’igiene dei prodotti, del personale, dei materiali, dei macchinari e degli ambienti, per evitare ogni possibile rischio e far sì che, una volta superati i controlli finali e uscito dall’azienda produttrice, il gelato risulti facilmente conservabile nelle migliori condizioni. È da ricordare, inoltre, che la maggior parte delle grandi aziende segue il “Codice di autodisciplina dei prodotti della gelateria industriale” messo a punto dall´IGI, con tutte le specifiche da rispettare per garantire le migliori caratteristiche dei prodotti.
Il gelato confezionato può essere consumato in gravidanza? Sì!
La gestazione significa per moltissime donne dover convivere con voglie irresistibili, tra le quali spicca sicuramente quella di gelato. Oggi, consumarlo in gravidanza non comporta nessun rischio. Nella preparazione del gelato confezionato, infatti, si utilizzano uova pastorizzate, ovvero che hanno subito un trattamento termico utile ad eliminare l’eventuale carica batterica presente. Nelle diverse fasi di preparazione, inoltre, dopo l’omogeneizzazione degli ingredienti, la miscela è sottoposta a pastorizzazione (79-85°C per circa 25 sec): questo processo contribuisce ad abbattere ulteriormente i batteri patogeni eventualmente presenti. Per questo i gelati confezionati in gravidanza sono da ritenersi assolutamente sicuri.
Fa male perché è un alimento ultraprocessato? No!
Sostenere che il gelato confezionato sia un cibo ultraprocessato non ha nessuna valenza, né negativa, né positiva dal punto di vista salutistico. Trasformare gli alimenti, infatti, non porta automaticamente a prodotti dannosi per la salute. Anzi, basta guardare il processo di lavorazione per rendersi conto di come questo sia composto da semplici operazioni: dalla miscelazione e graduale raffreddamento, fino al congelamento degli ingredienti opportunamente selezionati.