CULTURA DEL GELATO
Dimmi che gelato mangi
e ti dirò chi sei…
Come capire quindi le caratteristiche della nostra personalità a seconda del tipo di gelato che preferiamo? La dottoressa Viviana Finistrella ha realizzato questa interessante classifica sulla scia del “Dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei…”.


Il Cono con cialda
è scelto da chi predilige un’esperienza sensoriale completa non negandosi nulla (c’è anche la parte croccante da mordere) contando comunque sulla sicurezza di un appagamento finale (la parte terminale di cioccolato). Chi mangia il cono di solito è un tipo Voglioso.

Lo Stecco
a prima vista chi mangia questo tipo di gelato è una persona intraprendente, che ama curiosare nella moltitudine di gusti possibili (vedi la scelta cremoso/fruttato di cui sopra), ma allo stesso tempo si tratta di un tipo Insicuro… Questa persona ha bisogno che rimanga qualcosa di tangibile, lo stecco appunto, con cui giocare o anche solo da tenere in bocca.

Il Ghiacciolo
si addice ad una personalità Effimero/Indipendente, a colui che preferisce un piacere da gustare immediatamente, convinto che non c’è nulla da aspettare (come nel cono). Questo tipo di persona tollera poco la frustrazione dell’attesa.

Il Biscotto
per chi ha bisogno di grande Rassicurazione: è quasi la merenda preparata dalla mamma, dove c’è di tutto, anche la parte di biscotto che rimanda al bisogno di un surplus di nutrimento affettivo. Non è croccante né duro, è un piacere molto “bambino”.

La Coppetta
scelta di solito dal tipo Controllato/Misurato. È l’unico gelato “contenuto”, e quindi non libero, neanche nella modalità di assunzione (si utilizza infatti il cucchiaino). Il formato preferito da chi non riesce a lasciarsi andare fino in fondo e concedersi un piacere (che a volte “sporca” le mani o i vestiti), e da chi deve mantenere le buone maniere, anche con se stesso.

Le Praline
sinonimo di personalità Moderno/Attuale. Si tratta infatti di una scelta un po’ “mordi e fuggi”, caratteristica dei nostri tempi, molto veloci. Sono il gelato di chi ama portarsi una “scorta” di benessere, un piacere più piccolo, non dilagante, ma ripetuto nel tempo… in più si può gustare in più contesti diversi (anche lavorativi).
